I'm Crazy

...I'm so lonely but that's okay I shaved my head...

Ricordatelo!!

Il numero di pecorelle scannate dai pastori è di gran lunga superiore al numero di pecorelle mangiate dai lupi. Per cui, se qualcuno vi proponesse di essere il vostro pastore per salvarvi dai lupi, pensateci bene.

martedì 30 dicembre 2008

Il Senso della Vita

Qual è il Senso della Vita? Una domanda che l’umanità (cosciente e pensante) si pone fin dagli albori del mondo. Per ogni epoca e cultura c’è un numero elevatissimo di manoscritti che ne trattano. La filosofia è la materia che da sempre ha creato discussioni e dibattiti. In fondo in ogni nostro gesto è racchiuso il modo di vedere le cose: il nostro comportamento od i nostri atteggiamenti non sono altro che lo specchio del nostro modo di vedere la vita.

Ognuno di noi ha un modo di vivere ciò che viene chiamato Vita, e la intende a suo modo. Questo accade anche per le persone che certe domande non se le sono mai poste e che vegetano convinti che sia vero il determinato modo di pensare che è stato loro imposto.

Il vero problema della filosofia, come ben spiegava Voltaire in un suo celebre aforisma, è che dopo certi momenti il discorso perde significato. Se si dibatte per un determinato argomento si potrebbe continuare all’infinito, negando l’esistenza di ogni cosa. E’ per questo motivo che ogni filosofo stabilisce nel suo pensiero dei punti fermi, che non deve assolutamente discutere se non vuole diventare pazzo. Per questo molti filosofi, artisti, letterati sono finiti in manicomi, sono divenuti alcolizzati o tossico dipendenti.

La materia in questione è affascinante quanto pericolosa. Oltre al rischio di diventare folli, si rischia di non avere più una nitida percezione delle cose (come sono stabilite) e, quindi, finire per commettere gesti inammissibili e distruttivi.

Da pensatori si può diventare invasati, pazzi assassini o disadattati. I casi storici sono innumerevoli e di diversa natura: da Charles Manson ad Adolf Hitler, da Charles Baudelaire a Friedrich Wilhelm Nietzsche.

Le correnti sono tante: si può credere in un Dio misericordioso che ci premi, o punisca, per gli atti che commettiamo, si può credere di essere tutti parte di un unico grande spirito, si può pensare di rinascere nuovamente dopo la morte.

I soggetti più a rischio di malattia mentale sono coloro che (come me) non hanno punti fermi su cui basarsi, ma che si interrogano su tutto. Persone inserite nella società, che hanno una collocazione non infima nella stessa e con una normalissima vita familiare possono rivelarsi animate da grande curiosità e sete di conoscenza, si possono scoprire ragazzi, nascosti nei jeans alla moda, che in realtà passano ore a meditare su una questione. Questioni astratte, ricerche spirituali, cambiamenti interiori, un perfetto simbolo della nuova generazione con i pantaloni a vita bassa, può rivelarsi un pozzo senza fondo di emozioni. Un essere colmo di solitudine, amarezza, nostalgia, odio, violenza. Un catalizzatore di sensazioni, celate (più o meno bene) che un giorno sicuramente esploderà e che potrebbe fare o farsi del male. Qui a volte c’è l’incontro con la psicologia. Si matura la decisione di accettarci per quello che siamo, accettare le cose che ci circondano, ma perlomeno cercare di capire cos’è a muovere i fili delle nostre vite. Si vuole conoscere il perché di ogni nostro gesto, di ogni nostra debolezza. La vita ogni giorno ci regala emozioni indescrivibili. La nostra mente reagisce in mille modi diversi, si perde in pensieri senza senso, in giri immensi su di un’unica parola.

Perché la nostra attenzione viene attratta da un oggetto piuttosto che da un altro? Che cos’è il pensiero? Che cos’è la vita?
Ogni nostro atto deve avere una finalità, deve avere una conseguenza, oppure siamo tutti in balia del caso ed agiamo per motivazioni astratte? Siamo fatti ad immagine e somiglianza di qualcuno, o siamo solo un’illusione, siamo veramente dotati di libero arbitrio, o tutto è già stato scritto? Forse siamo solo le marionette di qualche Dio invisibile. Possiamo ambire alla felicità, pur non sapendo cosa essa sia, o dobbiamo accontentarci di una vita regolare e piatta?

Il mondo che ci circonda c’è, o è solo la nostra fantasia a creare un sogno tanto realistico da essere chiamato vita? Cos’è la morte? Il semplice dissolversi del nostro corpo, o un mezzo per arrivare in qualche altro luogo?

Se un Dio esiste veramente come si fa ad adorarlo e ad amarlo se ci circonda di catastrofi, ingiustizie, morte e miseria?

Voi cosa ne pensate?

1 commento:

  1. Avresti potuto aprire centinaia di post scindendo questo tuo per tematiche...con un post così cosa rispondere? hai toccato temi di gran parte della filosofia e del pensiero umano!Il tuo intento era sapere la nostra filosofia?O le nostre reazioni al post?Ad ogni modo potrei risponderti con un post di centomila parole oppure potevo non risponderti,perchè in fondo tutto e nulla si toccano sempre e si fondono.Sulla certezza dell'esistenza di un mondo a noi esterno se si guarda alla fisica come potremmo dubitarne?,sarebbe alquanto singolare e tragi-comico riuscire a calcolare e a volte prevedere delle leggi che regolano la materia e l'universo,noi compresi e poi scoprire che non esiste nulla!In realtà la fisica e la scienza in generale neanche se le pone queste domande ed è giusto che sia così,potrebbe essere tutto uno scherzo di un demiurgo cattivo che ci fa credere che esistano le cose e le leggi che le regolano,ma meglio prevedere se un macigno ci cadrà in testa o no,senza mettersi a disquisire se esista o meno il masso,nella vita di tutti i giorni non ha senso chidersi se il mondo esista.Sia che esista o meno di certo per quanto mi riguarda non ha senso,anche se devo ammettere che è un non senso molto affascinante,perchè in realtà non sono le cose a non avere un senso ma noi...e anche ce lo avessimo non ci è dato saperlo,ad ognuno non resta altro che darsene uno e vivere oppure non darselo e distruggersi oppure darselo e distruggersi o infine non darselo e vivere tranquillamente e piattamente come se nulla fosse e questa ultima possibilità è sicuramente quella più triste per il mio modo di vedere.Chiedersi cos'è la vita è un modo di porsi da biologo,chiedersì cosa significa vivere la vita o il suo senso è porsi da filosofo.Credo che sia importante la qualità di come si vive e in generale la risposta più semplice e banale ma sicuramente corretta è che la vita è tutto ciò che vediamo,udiamo,annusiamo,tocchiamo,assaporiamo di tutto ciò che ci circonda e che sentiamo dentro di noi da quando veniamo concepiti a quando muoriamo.La morte ci permette di capire che siamo vivi e che è una condizione che può durare un attimo come pochi anni o molti anni oppure poteva anche non accadere mai.Non credo la morte sia un mezzo per noi ma solo un fine e la nostra fine,può essere il mezzo per qualcun altro o qualcos'altro,dalla morte può rinascere la vita in questo circolo naturale...che abbia un senso o meno lo ripeto non possiamo certo saperlo noi poveri esserini pensanti,stando anche noi in questo circolo non possiamo avere unpunto d'osservazione esterno che ci possa dare anche solo l'illusione di un senso.Su altre questioni non posso entrare in specifico ci sarebbe troppo da scrivere...il libero arbitrio c'è o non c'è?dipende da cosa intendiamo per libero arbitrio ed è strettamente legato ad una visione deterministico-finalista o anti deterministico-finalista.Se per libero arbitrio si intende ciò che si intende in filosofia e in teologia,cioè la facoltà dell'uomo di decidere indipendentemente da limitazioni imposte alla sua volontà da una qualsiasi causa esteriore, dalla necessità naturale o dalla predeterminazione divina ossia un'azione assolutamente libera sarebbe un'azione che non è sottoposta ad alcuna determinazione causale.In questi termini è evidente che uno scienziato dovrebbere rispondere che non esiste libero arbitrio visto che non esiste per la scienza un'azione non sottoposta a determinazioni causali.Un filosofo morale probabilmente ti risponderebbe che deve esistere perchè altrimenti non ci sarebbe vera decisione e quindi nessuna azione morale e così dovrebbe risponderti il socioloco o il giurista senza libero arbitrio tutto sarebbe lecito e nessuno responsabile delle proprie azioni.Uno pscicologo sarebbe già molto più in crisi e forse tenderebbe a negarlo nel senso che non siamo veramente liberi di sciegliere tra ciò che è bene e male perchè ognuno di noi è condizionato dal periodo storico in cui vive,dalla società e dalla famiglia e dai valori o disvalori assorbiti e infine dalla proprià personalità,dai propri desideri,dalle nostre paure,difetti e limitazioni eccetera. Nella tradizione filosofica occidentale, alla dottrina che sostiene l'assolutezza del libero arbitrio si oppone il determinismo, per il quale l'azione dell'uomo non scaturisce da un libero atto della volontà, ma piuttosto dall'influenza di passioni e desideri, da condizioni fisiche o circostanze esterne che sfuggono al controllo dell'individuo.II mio giudizio è che il libero arbitrio sia una delle tante nostre illusioni,ma mi sento più concorde con una visione deterministica anche se mi picerebbe tanto sertirmi veramente libero di sciegliere.

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